Il Vangelo della domenica (Gv 10,11-18)
In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.
Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».
UN PENSIERO PER VOI !
Il Vangelo di questa domenica ci regala la Parabola del Buon Pastore!
Un’immagine concreta che ci aiuta a comprendere l’Amore e la Tenerezza di Dio per ciascuno di noi!
Il Pastore è “buono” e la sua bontà è disarmante: “…dà la propria vita per le pecore”. E’ il coraggio di chi ha a cuore le cose importanti, è la forza dell’Amore che dice “tu sei importante per me”!
Dare la vita, per noi, significa dare del tempo, dare parole, gesti…
“dare profondità e sostanza” a quello che facciamo e alle relazioni che viviamo! La Parabola ci ricorda che il Pastore non solo ama le pecore ma le “conosce”: la conoscenza presuppone uno “stare”, un dare del tempo, una relazione profonda e non superficiale. Troppe volte rischiamo di concentrare le nostre forze su un “fare” senza accorgerci che tutto parte da quanto sappiamo veramente “stare”!
“Dare la vita” significa: vi consegno il mio modo di amare e di lottare, perché solo così potrete battere coloro che amano la morte, i lupi di oggi! Lui ci “contagia” d’Amore!
Gesù contrappone la figura del pastore a quella del mercenario, che vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge perché non gli importa delle pecore. Invece per il pastore ogni pecora è importante, a Dio tutte le creature stanno a cuore! Ed è come se a ciascuno di noi ripetesse:
“tu sei importante per me. E io mi prenderò cura della tua felicità!” Questo sia per noi una consolazione e una speranza!
Buona settimana, don Alessandro