Dal Vangelo secondo Marco (Mc 6,1-6)
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua».
E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.
UN PENSIERO PER VOI
Il Vangelo di questa domenica è pieno di domande!
Gesù, con i suoi gesti e le sue parole, mette nel cuore dell’uomo “domande di ricerca” a tal punto che chi lo incontra rimane quasi scandalizzato!
Che cosa scandalizza la gente che lo vede e lo ascolta?
L’umanità, la familiarità di un Dio che abbandona il tempio ed entra nella quotidianità di ogni casa! Scandalizza l’umiltà di Dio, di un Dio che si avvicina agli altri!
Una bella provocazione per noi: quante volte nella nostra esperienza di fede cerchiamo Dio “secondo le nostre idee, i nostri schemi” e non ci lasciamo raggiungere dal vero messaggio che il Vangelo ci mette tra le mani!
Quante volte, pensando che la pandemia ci migliorasse, rincorriamo la vita di prima chiudendoci nei nostri bisogni, nervosi e stanchi, senza apprezzare quel “poco” che c’è e farlo diventare “molto”, farlo crescere dentro e intorno a noi!
Gesù è rifiutato dai suoi compaesani ma non desiste. Impariamo ad essere “profeti” nel nostro tempo, portando comunque e dovunque la “Buona Notizia” del Vangelo, del Bene che Gesù ci mette nel cuore!
Buona settimana, don Alessandro